Un po’ di storia dei Castelli romani (parte II)

Dalla fine dell’Impero Romano alla prima metà del Settecento.

 

82146630_146646933428552_7645970302974820352_oNella foto Palazzo Sforza Cesarini a Genzano di Roma

 

Continuiamo a raccontarvi (brevemente?) la storia dei Castelli Romani…

?️Dopo la caduta dell’Impero Romano, nell’area dei Colli Albani, iniziarono ad essere costruiti punti fortificati di proprietà di varie famiglie baronali romane, che si evolsero in seguito anche in veri e propri castelli durante l’età medioevale.
?️L’area dei Castelli Romani nel corso del Medioevo è stata territorio di conflitto in quasi tutte le guerre scatenate dal particolarismo dei baroni romani. Nel 1118 probabilmente Albano Laziale venne assediata dai Pierleoni che stavano combattendo contro papa Pasquale II, rifugiatosi in città; Albano venne alla fine distrutta dal popolo romano alla fine del 1167, a causa dell’appoggio dato dagli albanensi all’imperatore Federico Barbarossa nella sua lotta contro papa Alessandro III culminata nella battaglia di Prata Porci, combattuta il 29 maggio 1167 presso Monte Porzio Catone. Nel 1347 Cola di Rienzo assediò gli Orsini a Marino e nel 1379 sotto lo stesso castello si combatteva la battaglia di Marino, tra le milizie francesi fedeli all’antipapa Clemente VII e le milizie italiane fedeli a papa Urbano VI, nel quadro del devastante Scisma d’Occidente.
?️Nel marzo 1436 Albano Laziale, assieme a Castel Gandolfo, Castel Savello ed il Borghetto di Grottaferrata – tutti feudi della famiglia Savelli – fu rasa al suolo dalle milizie pontificie comandate dal cardinale Giovanni Maria Vitelleschi, durante una delle guerre tra papa Eugenio IV e le famiglie baronali romane; nel 1501 venne rasa al suolo Marino, per ordine di papa Alessandro VI in odio ai Colonna; tra il 1526 ed il 1527, in concomitanza con il sacco di Roma ed il transito dei lanzichenecchi, nelle alterne vicende di quel conflitto vennero saccheggiate Marino e Velletri, e Frascati si salvò dal saccheggio lanzichenecco solo grazie alla miracolosa e leggendaria intercessione della Madonna.
?️A partire dalla seconda metà del Cinquecento fino alla seconda metà del Settecento, non si combatterono conflitti armati nell’area castellana: ciò portò i feudatari ad investire nell’abbellimento dei loro feudi e nel miglioramento delle condizioni di vita dei loro vassalli. I Colonna a Marino e Rocca di Papa, i Chigi magistralmente ad Ariccia, gli Sforza – poi Sforza-Cesarini – a Genzano di Roma e Lanuvio, i Borghese e gli Altemps a Monte Porzio Catone e Monte Compatri fecero opere in questo senso, mentre la Camera Apostolica acquisì nuovi feudi – oltre a Frascati e Velletri – grazie all’impoverimento dei Savelli, che furono costretti a vendere Castel Gandolfo, Albano Laziale e Rocca Priora. I Colonna nel corso del Seicento si disfecero dei loro beni nell’area prenestina – inclusa Colonna – vendendoli ai Rospigliosi – poi Rospigliosi Pallavini -, mentre i Frangipane e poi i Braschi ressero le sorti del feudo di Nemi. Nei beni camerari, e soprattutto tra Frascati, Grottaferrata – dunque nell’area più prossima a Roma – sorsero grandi residenza patrizie e cardinalizie come le celebrate ville tuscolane – villa Aldobrandini, villa Torlonia, villa Sora – oltre alla residenza pontificia di Castel Gandolfo.
(Fonte: Wikipedia e AA.VV., Atlante storico-politico del Lazio. Bari, Laterza, 1996)

96 risposte a “Un po’ di storia dei Castelli romani (parte II)”

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